Tutti i Pc di Google abbandonano Windows
Che Google e Microsoft, i due colossi informatici uno dei motori di ricerca l’altro dei sistemi operativi, non andassero tanto d’accordo si sapeva. Più attempato e monolitico l’uno, più giovane e dinamico l’altro, rmai da anni non vanno più d’accordo, se mai lo sono andate, vista l’importanza strategica dei due settori che negli anni hanno praticamente monopolizzato.
Già da subito Google partì, almeno da parte di Redmond, col piede sbagliato, giacche i centri di calcolo del motore non usano di certo Windows server come sistema operativo. Poi qualche anno fa l’intenzione esplicita di sviluppare un SO per conto proprio, Chrome OS, basato su Linux, poi la creazione di un browser, sempre basato su codice libero, infine qualche giorno fa l’annuncio che ha scomodato anche il Financial times, che Google ha deciso di liberare tutte le macchine dei propri dipendenti da Windows, lasciando però ai suoi la scelta tra MacOs e ovviamente Linux, e anche se qualcuno non è troppo contento di questo abbandono obbligato, sembra che eliminare gli altri sistemmi porterebbe a uno scontento maggiore.
Il motivo di questa decisione non è né emotivo né strategico nel senso di togliere qualcosa al concorrente, ma solo tecnico, in quanto diversi computer con Windows erano stato craccati dalla Cina a inizio anno. Da qui la constatazione che Windows è poco sicuro e la necessità di eliminarlo, per il bene aziendale.
Ciò non è nulla di nuovo per chi segue il mondo open source e sa che i dati sbandierati dalle campagne “get the facts” sulla maggiore sicurezza delle finestre rispetto a mele o pinguini sono come minimo presentati in modo ingannevole, ma è confortante vedere noce un gigante informatico sappia prendere decisioni anche inedite e rivoluzionarie non tanto per il bene del suo business quanto per una sua sicurezza.
Del resto, facendo due conti, se su 100 persone 97 hanno come sistema Windows, 2 MacOs e 1 Linux e i lamenti su infezioni virus attacchi vengono dal 100% di persone con Windows, questo vorrà pur dire qualcosa.
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