Il software libero detta legge in Puglia
Pochi giorni fa l’amministrazione regionale pugliese ha portato a termine il percorso iniziato diverso tempo fa, dando corpo a una legge regionale che favorisce e predilige l’apertura più completa della pubblica amministrazione nei confronti del cittadino, attraverso l’utilizzo di software libero, di cui GNU/Linux è il componente più famoso.
Chi se ne occupa sa bene cosa esso permette rispetto al software proprietario: trasparenza, possibilità di studio e modifica, condivisione. Infatti non solo saranno aperti e facilmente conoscibili i dati raccolti, ma anche i processi e i programmi con cui essi vengono trattati, e chiunque voglia avere una copia di questi per capirne il funzionamento o semplicemente utilizzarla, potrà farlo.
La comunità nazionale vicina all’open source ha da sempre scandito e pubblicizzato l’alto valore della condivisione, della trasparenza e come certe pratiche siano necessarie e le più idonee per la pubblica amministrazione, che ci riguarda tutti ed è pagata da tutti noi. Infatti questa legge si è avvala anche della consulenza delle principali associazioni di software libero italiane, che lo scorso anno assieme a Stallman vennero chiamate a colloquio con il presidente Vendola e il suo team.
Per capire l’importanza dell’open nella vita delle amministrazioni, prendiamo ad esempio il software per il voto elettronico: quale migliore garanzia si può chiedere per un funzionamento equo e rispettoso della volontà espressa, dell’apertura del suo codice, della conoscibilità da parte del cittadino di tutti i suoi algoritmi di calcolo, cosicché ognuno possa davvero essere sicuro del buon conteggio del voto dato? La trasparenza nei confronti del contribuente è doverosa, ed è massimamente garantita solo dal software libero: è questo il messaggio che viene dalla regione Puglia, e siamo sicuri che altre amministrazioni non tarderanno a recepirlo.
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