Perché usare l’Open Source
Open source vuol dire:
- fare una scelta etica:
- risparmiare sui costi di licenza:
- non avere nessun vincolo a una marca o un fornitore esclusivo;
- essere assistiti con professionalità e competenza.
L’errore più comune che viene fatto quando si sente parlare del software open è pensare che sia meramente “gratuito”, se non addirittura che, siccome non costa nulla, valga poco o niente.
Questa è una visione errata e superficiale, poiché in realtà GNU/Linux e il software libero è privo solo dei costi di licenza (il che comunque non è poco…), e nessuno impone che esso debba essere completamente gratuito, che non si possa usare per lavoro o addirittura farci una professione, e anzi questa cosa viene incoraggiata per creare un sottobosco di consulenti professionisti che possano fornire i più svariati servizi.
Negli Stati Uniti, che sono informaticamente molto più all’avanguardia, questa visione sta cambiando rapidamente e ci si sta rendendo conto delle potenzialità occupazionali e delle prospettive nuove che può portare al settore informatico l’uso del software open.
Come è giusto retribuire il tecnico che viene a istallare l’ultima versione della suite da ufficio, così è giusto farlo per chi viene per il corrispettivo Libreoffice, perché egli sta compiendo un lavoro qualificato, per cui è preparato.
L’unica differenza monetaria è il costo di licenza, che rappresenta il grosso della spesa, che poi va ripetuta nel tempo perché le versioni successive dei programmi a pagamento spesso sono incompatibili con le precedenti, per costringere l’utente a un nuovo esborso.
Per fare un esempio, per attrezzare un ufficio con 10 Pc per fare videoscrittura, solo di software con costi di licenza si può arrivare tranquillamente a 6000 Euro e oltre. Con l’uso progressivo di software open si può abbattere questo costo del 75% e più.
L’altro luogo comune, la percezione di scarsa qualità dovuta alla gratuità, è facilmente smentibile pensando che non solo le multinazionali informatiche leader come IBM e HP offrono i propri server con GNU/Linux dentro, non solo un gigante come Google usa GNU/Linux come sistema operativo per i suoi data center (assieme a tante altre ditte e industrie), ma anche che la rete internet stessa e il web funzionano principalmente per merito di software open, ch enoi non vediamo ma di fatto usiamo ogni giorno.
Esse usano lo stesso sistema operativo che potreste far istallare sul vostro Pc, con la stessa affidabilità e sicurezza.
Senza scordarsi il fattore sicurezza, oggi fondamentale anche in termini di privacy. Un sistema operativo fatto per i più importanti server mondiali messo sul vostro Pc lo rende grandemente più sicuro di tutti i sistemi proprietari a pagamento in commercio, che tutti sanno sono infestati da virus e malware.
GNU/Linux poi non fa solo rima con “risparmio”, ma anche con “ecologia”, “riuso”, “riciclo”.
Ad esempio grazie alla tecnologia messa a disposizione dal progetto LTSP (Linux Terminal Server Project) è possibile riutilizzare i vecchi computer che di solito vengono messi da parte dopo 4-5 anni per la scarsità delle loro prestazioni. Essi possono servire da terminali, cioè da punti di accesso per un unico computer centrale che funge da server.In questo modo con una spesa modesta (di fatto un solo computer) è possibile dare vita a un’intera aula informatica, per gli utilizzi più vari.
Riciclando, salvando l’ambiente, spendendo pochissimo.
Oppure installando una versione di GNU/Linux che sia adatta alle prestazioni del Pc, ci si può continuare a lavorare fino alla sua effettiva rottura. Cosa che ancora con i sistemi proprietari a pagamento non è più possibile fare.
Se pensate che comprare un software “di marca” di una multinazionale corrisponda ad avere la garanzia sul suo buon funzionamento, significa che non avete letto bene la sua licenza. Essa infatti dice esattamente non solo che non vi è data alcuna garanzia, ma anche che se perdete dei dati per causa del software che funziona male, chi l’ha prodotto non è responsabile.
E’ un po’ come se compraste un’automobile e mettendo la freccia partisse il tergicristallo. Voi non la riportereste di corsa dal concessionario? Bene, col software pagato questa restituzione non è possibile!
L’installazione e l’assistenza, per qualsiasi tipo di software, ha un costo a sé perché implica l’opera di un esperto. Quindi tutto sommato non è sbagliato cercare di evitare esborsi come i costi di licenza.
In più pensate al fatto che gli unici soldi che spendete, quelli per il servizio, continuano a stare per intero nelle realtà lavorative locali, italiane, e a far “girare l’economia”.
Pensateci…