Mentre la nota casa svedese di produzione di celllulari (e non solo) ha deciso di equipaggiare il suo nuovo netbook Booklet 3G solo con Windows, in altri settori l’uso e sviluppo di Linux è ben attivo e porta risultati a tratti anche sorprendenti.
Linux Maemo, la distribuzione che Nokia ha scelto di personalizzare per i suoi apparecchi, è già alla versione 5, ed è usata anche nel loro N900, un cellulare internet tablet da 180 grammi con touch screen da 3.5” e risoluzione 800×480 (ci riporta alla memoria numeri di 10 anni fa, ma stiamo parlando di un cellulare, con lo schermo 4-5 volte più piccolo!).
La ragione per cui un colosso della telefonia ha messo il software libero in un prodotto di punta, che apparte il prezzo di circa 600 Euro rivaleggia per funzionalità e aspetto con l’Iphone, appare semplice. Perché Linux, oltre a essere graficamente accattivante come e meglio degli altri sistemi a pagamento, permette ottimizzazioni molto spinte delle risorse hardware, e ciò in questo caso porta a risultati sorprendenti.
Chi ha fatto la prova riferisce di avere contemporaneamente telefonato, riprodotto un grosso file DivX, e tenuto aperte le applicazioni per inviare email, sms e navigato con ben 5 schede di browser internet aperte. Piuttosto notevole per un apparato di telefonia mobile!
Del resto molte persone ancora non sono abituate a vedere cubi in 3D ruotare senza sforzo nei desktop liberi, e credono che certi effetti siano appannaggio solo di sistemi proprietari, erroneamente ritenuti superiori. Ricordiamo anzi che sono arrivati addirittura prima su Linux che altrove.
Questa se vogliamo non è solo la dimostrazione di quanto Linux possa essere avanzato e appetibile per l’uso delle multinazionali dell’ICT (e se lo usano loro…), ma aiuta anche a sfatare il mito legato al suo sviluppo.
E’ vero che è stato fatto ed è ancora in gran parte uno sforzo collettivo della comunità mondiale di sviluppatori volontari, tuttavia oramai da diversi anni le grandi industrie ICT finanziano le fondazioni che stanno alla base dello sviluppo di tutte le parti nevralgiche, fondamentali di Linux.
Quando i risultati sono questi, si capisce bene perché esse contribuiscano: per poi potere avere dei ritorni non indifferenti nel suo utilizzo.
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Il Nokia Tablet N900 sorprende con Linux Maemo
Mentre la nota casa svedese di produzione di celllulari (e non solo) ha deciso di equipaggiare il suo nuovo netbook Booklet 3G solo con Windows, in altri settori l’uso e sviluppo di Linux è ben attivo e porta risultati a tratti anche sorprendenti.
Linux Maemo, la distribuzione che Nokia ha scelto di personalizzare per i suoi apparecchi, è già alla versione 5, ed è usata anche nel loro N900, un cellulare internet tablet da 180 grammi con touch screen da 3.5” e risoluzione 800×480 (ci riporta alla memoria numeri di 10 anni fa, ma stiamo parlando di un cellulare, con lo schermo 4-5 volte più piccolo!).
La ragione per cui un colosso della telefonia ha messo il software libero in un prodotto di punta, che apparte il prezzo di circa 600 Euro rivaleggia per funzionalità e aspetto con l’Iphone, appare semplice. Perché Linux, oltre a essere graficamente accattivante come e meglio degli altri sistemi a pagamento, permette ottimizzazioni molto spinte delle risorse hardware, e ciò in questo caso porta a risultati sorprendenti.
Chi ha fatto la prova riferisce di avere contemporaneamente telefonato, riprodotto un grosso file DivX, e tenuto aperte le applicazioni per inviare email, sms e navigato con ben 5 schede di browser internet aperte. Piuttosto notevole per un apparato di telefonia mobile!
Del resto molte persone ancora non sono abituate a vedere cubi in 3D ruotare senza sforzo nei desktop liberi, e credono che certi effetti siano appannaggio solo di sistemi proprietari, erroneamente ritenuti superiori. Ricordiamo anzi che sono arrivati addirittura prima su Linux che altrove.
Questa se vogliamo non è solo la dimostrazione di quanto Linux possa essere avanzato e appetibile per l’uso delle multinazionali dell’ICT (e se lo usano loro…), ma aiuta anche a sfatare il mito legato al suo sviluppo.
E’ vero che è stato fatto ed è ancora in gran parte uno sforzo collettivo della comunità mondiale di sviluppatori volontari, tuttavia oramai da diversi anni le grandi industrie ICT finanziano le fondazioni che stanno alla base dello sviluppo di tutte le parti nevralgiche, fondamentali di Linux.
Quando i risultati sono questi, si capisce bene perché esse contribuiscano: per poi potere avere dei ritorni non indifferenti nel suo utilizzo.
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