L’ Open Hardware abbatte i costi nello storage
Qualche giorno fa ho ordinato un NAS, cioè un apparecchio fatto allo scopo di offrire grandi quantità di spazio disco in rete, diciamo computer con un mini sistema operativo dentro (tipo FreeNas) che ad esempio può essere montato su Linux e usato come parte integrante del disco. Per 4 Terabyte, ovvero 4 dischi da 1024 Gigabyte, che poi in configurazione Raid5 diventano 3, si spende 720 Euro; salendo di dimensioni il costo però non è proporzionale e aumenta molto. Continua a leggere
Nokia Booklet 3G e Linux, perché no…
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Ritorna GNU/Linux sul netbook Asus Eee Pc
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Canonical offre supporto a pagamento per Ubuntu
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Linux scambiato per Windows 7
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Codice GPL Microsoft, l’antefatto
A qualche giorno di distanza dalla notizia del rilascio di codice con licenza GPL da parte di Microsoft, si viene a sapere un retroscena, antefatto della storia.
A quanto riportato anche da The Register, in prima battuta la licenza per tale codice sarebbe dovuta essere chiusa, ma ciò non è permesso da quella del kernel di Linux cioè, appunto, Linux.
Siccome le licenze, chiuse o aperte che siano, hanno valore legale e vanno rispettate, per evitare problemi a Redmond hanno dovuto cambiare strada e pubblicare tutto sotto GPL. Continua a leggere
20mila righe per una nuova visione
La notizia è di quelle che segnano la storia: qualche giorno fa, all'apertura di OSCON Microsoft ha rilasciato circa 20mila righe di codice per il kernel di GNU/Linux (quello che si chiama propriamente Linux), tutte sotto licenza aperta GPLv2, che è quella con cui ancora il esso è fatto uscire.
Ovviamente c'è un grande rumore attorno a questa iniziativa. Accostandosi all'open source non solo Ms ha aperto un laboratorio informatico con Linux, non solo si è fatta approvare due sue licenze “open” da OSI, adesso arriva addirittura a contribuire con una certa mole di lavoro alla comunità FLOSS.
Il pensiero di molti sostenitori del sw libero non può che essere “cosa ci sta sotto?”. Continua a leggere
In nome della Libertà di informazione in Rete!!
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Tutti contro la morte della rete italiana!
Ne avevamo parlato qualche giorno fa, la camera ha approvato il decreto anti-intercettazioni che contiene anche una norma che obbliga qualsiasi “sito informatico” a pubblicare rettifiche su richiesta entro 48 ore dalla stessa, a rischio di pesanti multe.
Il rischio è reale, chi vorrebbe vedersi sanzionato per non aver pubblicato un'email in quel poco tempo?
Di sicuro non i gestori di grandi social network, o siti molto frequentati comunità forum etc, che hanno la responsabilità di anche centinaia di migliaia di utenti, e figuratevi se non pioverebbero centinaia o migliaia di richieste di rettifica ogni giorno, a cui dare corso.
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MySql nelle preoccupazioni della UE