Clamoroso: il Parlamento italiano passa a Linux!
Non bastava il progetto per diventare il primo parlamento al mondo a essere coperto da wi-fi anche nell’aula di dibattito, adesso i nostri amministratori centrali sembrano proprio voler dare il buon, ottimo esempio a tutte le Amministrazioni pubbliche d’Italia.
Proprio ieri è stato presentato il progetto per passare server desktop e applicazioni di tutto il palazzo alla nostra piattaforma preferita.
Ma come mai un così radicale cambiamento? Ricordiamo che prima era, piuttosto, ovviamente, tutto in mano a Redmond…
Per motivi di bilancio, e non solo! Nelle parole di Folena, presidente della Commissione cultura, la spiegazione:
“Si tratta di una decisione straordinaria e rilevantissima. L’istituzione centrale del paese, il Parlamento, decide non solo di risparmiare, il che è di per sé un obiettivo importantissimo, ma soprattutto decide di rendersi indipendente sul piano tecnologico, adottando un sistema open source e quindi liberandosi dai vincoli del software proprietario. In tal modo si va incontro alle esigenze di trasparenza e di sicurezza che sono doverose per una istituzione pubblica.”
In queste parole sembra proprio di poter leggere una chiara presa di coscienza di quello che noi diciamo da anni: non è solo risparmio, che comunque non guasta, ma anche e soprattutto TRASPARENZA, libere opportunità per tutti, sicurezza.
Lo diciamo quindi ancora una volta: basta allo spreco di soldi pubblici in licenze non necessarie, basta obblighi di dialogo in una lingua sola (sempre tristemente Microsoft), basta alla chiusura delle creazioni dell’Amministrazione pubblica, il cittadino paga e il cittadino dovrebbe avere il diritto di poter usufruire appieno di ciò che vien fatto da chi lavora per lui.
Per fortuna ciò non è una novità assoluta, per quanto di rilevanza nazionale. Noi maremmani devo dire che da questo punto di vista siamo fortunati, che il nostro Servizio Elaborazione Dati si regge da lustri sull’informatica libera, e incontrando la sensibilità del Cnipa è uno dei comuni d’Italia che svluppa software con licenza aperta. E anche la Provincia non è affezionata a Redmond, tutt’altro..
E che ne dice Ms di tutto ciò. Si dichiarano d’accordo, che è un bene ci sia libera scelta… Ma sappiamo che sono famosi nel saper condiscendere chi ha il potere politico, loro che hanno quello economico. E sanno che i loro sbocchi li hanno ugualmente, vedi gli accordi recenti con dei poli di ricerca.
Guardando in casa nostra, il segnale viaggia in senso opposto da noi verso Montecitorio, ma adesso deve fare il percorso inverso verso tutti i Comuni Province e Regioni d’Italia. Ogni tanto notizie così ci vogliono.
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