Ecco Red Hat Enterprise Linux 6
Una settimana dopo il rilascio ufficiale di Fedora 14, ecco che finalmente esce anche la tanto attesa versione 6 di una delle storiche versioni di GNU/Linux, quella di Red Hat (RHEL) che dopo la 9 circa 8 anni fa ha fatto il grande salto verso il supporto commerciale.
Red Hat è stata la prima azienda che ha spinto fortemente sul lato commerciale di Linux, che ci ha creduto, e che ogni anno vede aumentare il suo fatturato, anche se non è paragonabile a quello di altri colossi come Microsoft o Novell.
Sappiamo che a suo tempo la mossa venne molto criticata “ma come, emettere Linux a pagamento?” era un concetto quasi scandaloso tra gli appassionati.
La realtà è che Linux non è e non può proprio essere messo a pagamento. Siamo e resteremo liberi di scaricare e istallare Red Hat Linux senza pagare alcun prezzo.
E allora dove sta la differenza, il business?
Semplicissimo: nell’assistenza! Red Hat si fa pagare per l’istallazione e per il mantenimento, per iscriversi al loro programma di aggiornamenti. E’ un servizio efficiente che riveste grande importanza per le aziende che devono lavorare e non possono permettersi che il loro sistema si blocchi. Quindi spesso preferiscono affidare tutto a una ditta seria e capace, per preservare la fattività del loro business.
Certo, il servizio costa, come costa anche quello di ditte che si occupano di altri sistemi operativi. La differenza è che in un caso il prodotto non si paga, nell’altro sì eccome, e parimenti non viene data nessuna garanzia per il suo funzionamento. Che nessuno pensi che un sistema comprato è per forza ben funzionante, perché così non è, e se lo leggete sta pure scritto sulla licenza del prodotto. Purtroppo la potenza del brand, del marchio, fa sì che si formino questa false convinzioni, queste leggende metropolitane.
E allora ci si abitua al fatto che un computer si possa bloccare, che si possa infettare con virus. Che i problemi siano la norma. Sbagliato, così non è con Linux. Linux non si blocca e non prende virus, e ha molti meno problemi degli altri sistemi operativi.
Sarebbe l’ora di (ri)cominciare a guardare all’informatica attraverso i suoi prodotti migliori, più stabili e sicuri, e non dal lato del più venduto, del quasi obbligato (visto che i Pc di marca sono venduti per forza con il sistema dentro) successo commerciale, ma del frequente fallimento funzionale.
Ormai da anni Fedora serve da ambiente di test di sviluppo per RHEL, dove nell’una si introducono tutte le nuove tecnologie, il cosiddetto bleeding edge, in RHEL si adottano le soluzioni stabili e lungamente provate, perché un server non deve fallire.
Segnalerei come principali novità di questa versione l’introduzione del filesystem ext4, un nuovo ambiente di virtualizzazione, che ormai è la tendenza affermata tra i server di fascia media e alta, e un supporto per il cloud computing, che sta prendendo parimenti piede.
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