Il rimborso di licenza di Windows è ufficialmente possibile
Questa è una notizia di libertà del software che si riflette molto opportunamente e concretamente sulle tasche degli acquirenti di computer.
Era già stato sancito da un giudice di pace di Firenze due anni fa, e ora tale procedimento è stato riconosciuto ufficialmente dalla Acer, il che ovviamente semplifica enormemente le cose per chiunque ci faccia ricorso.
In sostanza, chiunque non abbia intenzione di comprare una licenza di Windows assieme a un conputer, che sia portatile come di solito accade o meno, da adesso può richiederne il rimborso, fino a 90 Euro.
Tutto ciò è giusto e sacrosanto per tutti quelli che intendono usare Linux e che quindi non hanno alcun bisogno di pagare per Windows, ma anche per chi ha una licenza “in più” magari rimastagli perché il suo precedente computer si è rotto, e che quindi può usare per il nuovo computer.
Ma perché fino a questo momento, pur se previsto nel contratto della licenza del sistema operativo, tale diritto era stato negato (e per altre marche continua a esserlo)? Perché il sistema operativo è visto come parte integrante del computer, senza cui esso non può funzionare.
Ciò può sembrare anche vero, se guardato da una prospettiva a nostra avviso errata, poiché un computer è perfettamente funzionante anche senza sistema operativo, tanto è vero che il Bios è attivo. Che poi con esso non ci si possa fare nulla, questo è un altro discorso. Come un’automobile è fatta per circolare su strada e senza benzina non può farlo, ciò non la rende vendibile per forza solo con il serbatoio pieno di una certa marca di benzina, pagata a parte.
Questa è sicuramente un’ottima notizia non sono per gli utenti di Linux, che hanno combattuto e protestato per anni contro questa situazione spiacevole e inutilmente onerosa per loro, ma anche per tutti i clienti Acer, che anche se nella maggior parte dei casi non vorranno usufruire di tele rimborso e si terranno il sistema di Redmond, adesso possono iniziare a riflettere sul loro diritto a risparmiare e dare indietro un prodotto che potrebbero non volere usare.
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